IL COMPROMESSO ELETTORALE SULLA PELLE DELL3 SURVIVORS

Riceviamo e diffondiamo:

Possiamo chiamare compagnə chi vende i nostri ideali per qualche voto?

Scriviamo questo testo spintз dalla frustrazione e dalla rabbia, sentimenti che hanno radici ben più profonde della nostra singolarità. Radici che affondano nella storia della nostra terra, da sempre umiliata e razziata, e che negli ultimi anni grazie alla turistificazione sta vivendo una “rinascita” che di vivo non ha proprio nulla. 

Nei prossimi giorni in Campania si voterà per le elezioni regionali, e se la retorica dellə “meno peggio” contraddistingue da sempre la politica istituzionale del nostro paese, nella nostra regione è stata negli anni l’unico discrimine per il voto. Siamo statз educatз ad accontentarci, rinunciando con dolore a coerenza, radicalità e ideali, nella speranza che il futuro non ci avrebbe smentito. Purtroppo invece, nella maggior parte dei casi, ci siamo ritrovatз ad affrontare mala gestione, corruzione, e poca trasparenza che, come armi, sono stati utilizzati per metterci ancora di più nell’angolo di chi non può pretendere poi tanto dalle istituzioni.

Ma queste storie le conosciamo già fin troppo bene. Oggi, invece, vogliamo parlare di come per l’ennesima volta progetti politici che dovrebbero nascere dal basso, che dovrebbero portare avanti ideali condivisi e intersezionali, diventano l’affermazione dell’ego di pochз. Infatti, tra le varie candidature di quest’anno, l’unica alternativa “di sinistra” rispetto al candidato Fico è Campania Popolare. Si tratta per chi non lo sapesse, iniseme a PCI e a Rifondazione Comunista, dellз carз compagnз di Potere al Popolo, nonché compagnз dell’Ex Opg – Je So Pazzo. 

Qualche mese fa, proprio su questo blog, era stata condivisa una testimonianza che, per chi attraversa gli spazi politici e sociali della nostra città, poteva essere tutto tranne che una sorpresa: si alzava la voce, finalmente, sulle violenze che negli anni hanno avuto luogo all’interno della comunità terribile dello spazio di Mezzocannone Occupato. Nello stesso comunicato, in un passaggio che forse moltз hanno convenientemente saltato, si poteva leggere anche della complicità di Ex Opg, che aveva più volte mostrato una totale incapacità davanti alla richiesta dellз survivors di prendere posizione e che, proprio nel periodo di pubblicazione dell’articolo, continuava amabilmente la sua amicizia con Mezzocannone nelle piazze e nel privato, con goffi tentativi di mascheramento per non macchiarsi troppo la reputazione.

Oltre al ringraziare con ogni fibra del nostro corpo lз compagnз che hanno scritto quella testimonianza, e la Rete che le ha accolte e alla quale ci stiamo rivolgendo adesso, non possiamo fare altro se non constatare, e sappiamo di non essere le uniche, che a queste elezioni regionali non andremo a votare, alcune di noi per la prima volta nella nostra vita. Di certo non potremmo dare il nostro voto a un politico di “sinistra” che promuove nel proprio programma allevamenti ittici e zootecnia che vedono per l’ennesima volta lo sfruttamento delle vite che abitano il nostro mare e la nostra terra. Ma pensare di votare “compagnз” che hanno nascosto e sminuito delle violenze ci sembra inimmaginabile. Abbiamo sentito candidatз di quella lista classificare le violenze di Mezzocannone come “dicerie”,  raccontarci di come l’abuser (che, ricordiamo, non è mai stato allontananto dallo spazio neanche temporaneamente, neanche dopo la richiesta dellз survivor che invece sono statз ghettizzatз) sia “un ragazzo normale”, e non ci meraviglia vedere come proprio chi aveva strenuamente difeso gli abuser, si trovi a elogiare un progetto politico come Campania popolare. Abbiamo parlato con compagnз che all’epoca dei fatti ricordano assemblee interne dove, davanti alla richiesta dellз survivors di ricevere supporto, ci si diceva che non era il loro compito aiutarle, e che si trattava di situazioni troppo scomode con le quali immischiarsi. Abbiamo saputo che persone all’interno di quella struttura hanno addirittura apostrofato come pazzə e psicoticə chi ha provato a denunciare Mezzocannone.

Del resto, confrontandoci anche con compagnз di altre regioni, non sembriamo le sole ad aver notato come Potere al Popolo nelle sue strutture ammazzi il pensiero trasversale e il dissenso, trovando il suo comfort nell’omertà e nella strategia che, spesso, sfocia nella manipolazione soprattutto su compagnз più giovani (e noi stesse ci mettiamo in quel calderone). Fa ridere pensare che due realtà come Mezzocannone e Pap, che fino a qualche anno fa non trovavano un accordo neanche sulle bandiere di partito nelle piazze studentesche, oggi abbiano trovato nella violenza agita un punto in comune.

E qui ci fermiamo, perché di cose da dire ce ne sarebbero troppe e siamo sicure che molte le sappiate già.
La nostra riflessione vuole portarsi oltre, oltre Napoli e oltre la Campania, verso un modello di politica istituzionale che, guarda caso, trova spazio solo per quellз di noi prontз vendere i propri ideali per una manciata di voti

Ma nelle assemblee non ci eravamo dettз che la politica istituzionale è un modello che rigettiamo? Forse ricordiamo male.

Con questo testo non si vuole ovviamente (sembra assurdo dirlo ma lo sottolineamo) incitare all’astensionismo, ma si vuole cercare di creare uno spazio di confronto sul grande tema del “compromesso”, che spesso viene portato nelle nostre assemblee. Su cosa siamo dispostз ad accontentarci? Noi su concetti (che dovrebbero essere) così basici come “sorella io ti credo e ti rispetto” crediamo che sia fondamentale l’intransigenza, soprattutto in un momento storico dove la risposta delle istituzioni al 25 novembre è una maratona che sembra più una simulazione di quando dovremmo scappare dall’ennesimo compagno che ha bevuto troppo alla festa di autofinanziamento. 

E, ripetiamolo per una buona volta, nello scrivere questo testo non ci sentiamo obbligate a raccontarvi la nostra esperienza, la nostra identità o gli spazi che abbiamo abitato.
Non saprete se siamo survivor o come ci chiamiamo, perché non aggiungerebbe niente a questa riflessione, anzi toglierebbe solo sicurezza alle nostre singolarità, viste anche le pratiche di queste realtà che abbiamo potuto osservare in passato.

Siamo stanche di chiamare compagnз chi dimentica le sorelle violentate per pura visibilità, elettorale e non. Non siamo disposte a fare compromessi sulla pelle dellз survivors.

-Alcune compagne campane